Dopo l'emanazione del D.L. "Cura Italia" alta si era levata la voce di protesta degli avvocati e degli altri iscritti agli Ordini professionali poichè esclusi dal novero dei soggetti beneficiari della indennità di sostentamento prevista invece per tutte le categorie di lavoratori autonomi.
Il Ministro del lavoro Nunzia Catalfo ha assunto un esplicito impegno in tal senso chiedendo alle Casse professionali di fornire dati certi al Ministero sul numero di iscritti distinti per fasce di reddito; la somma, infatti, questo è l'orientamento assunto, potrà essere erogata solo al di sotto di certe fasce reddituali. Il Presidente dell'Associazione degli Enti Previdenziali Privati (ADEPP), Alberto Oliveti, ha così commentato: "Un primo passo importante perché elimina una discriminazione che non ha nessuna logica e giustificazione. Per l’erogazione si pensa di usare il canale già utilizzato per i contributo di maternità, dove le Casse anticipano la somma che poi viene restituita dallo Stato; in questo modo si rispetta la legge che vieta il trasferimento diretto o indiretto dello Stato verso le gli enti di previdenza dei professionisti".
Pare, infatti, che la mancata previsione, nell'immediato, di una misura diretta di sostegno nei confronti di questa categoria di lavoratori sia da addebitarsi alle regole stringenti che regolano il funzionamento delle Casse private Lo stesso Oliveti ha così affermato: "Chiediamo che ci venga permesso di allentare l’eccessiva riserva che abbiamo perché è adesso che i nostri iscritti hanno bisogno di aiuto e noi abbiamo le risorse per daglielo ma non le possiamo toccare".
C'è da ricordare che le delibere delle Casse, per diventare operative devono seguire un complesso iter amministrativo che si conclude con il nullaosta dei Ministeri vigilanti; un vero e proprio percorso ad ostacoli, inidoneo a consentire la concessione di misure che sono fondate proprio sulla urgenza e che richiedono prontezza di azione e di intervento.
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